Candida vaginale: cos’è?
La candida vaginale conosciuta anche con il nome di candidosi, è un’infezione provocata dall’azione di fughi appartenenti alla classe della candida albicans. Questi ultimi, infatti, sono naturalmente presenti nella vagina ma possono divenire patogeni a causa di stress, utilizzo prolungato di farmaci e gravidanza. Le candidosi causate da candida albicans corrispondono alla metà delle infezioni vaginali e colpiscono circa il 75% delle donne.
Come accennato, i funghi responsabili della candida vaginale sono parte della naturale flora microbica dell’organismo. Tuttavia, in talune specifiche condizione questi possono proliferare dando vita a infezioni più o meno gravi. Tra queste la vaginite (candida vaginale) rappresenta una condizione di media gravità poiché può essere curata con specifici farmaci e tende a non ripresentarsi nel 95% dei casi. Gli studi hanno infatti permesso di evidenziare come circa nel 5% delle donne, la candidosi tende a ripresentarsi anche 4 volte all’anno.
Quali sono i sintomi della candida vaginale?
La candidosi presenta una sintomatologia specifica. Più in particolare, tale infezione si manifesta con prurito delle mucose genitali e perdite di colore bianco. Queste ultime sono spesso il primo campanello di allarme poiché possono essere più o meno abbondanti ma soprattutto possono assumere una consistenza densa. Non solo, tra i sintomi della candida vaginale ci sono poi gonfiore, irritazione, dolore e bruciore durante la minzione ma anche dolore durante i rapporti sessuali.
Considerata la varietà dei sintomi è consigliabile rivolgersi a un ginecologo nel momento in cui questi si manifestano. Solo grazie ad un’analisi accurata con prelievo di un campione biologico è infatti possibile evidenziare la causa e stilare una terapia farmacologica adeguata.
Individuare l’infezione e di conseguenza curarla è infatti fondamentale al fine di evitare recidive e alleviare i fastidi connessi.
Come curare la candida vaginale?
Come accennato, solo un ginecologo può fornire una cura farmacologica adeguata alla cura della candida vaginale. Tuttavia, in linea generale, il protocollo terapeutico prevede l’assunzione di antimicotici per uso topico per un tempo variabile di 1 o 2 settimane in base alla criticità. Questi sono tipicamente creme vaginali. In alcuni casi, tale terapia può essere associata a quella sistemica ossia l’assunzione di compresse per via orale.
In linea generale, tali trattamenti sono finalizzati al contenimento dell’infiammazione e contemporaneamente al contrasto delle recidive. Tuttavia, nel caso in cui la candidosi si cronicizzasse (almeno 4 episodi in un anno), i ginecologi prescrivono oltre alla suddetta terapia anche un trattamento antimicotico con compresse per almeno 6 mesi.
Le suddette terapie sono prescritte dai ginecologi anche per le donne in gravidanza. I farmaci generalmente impiegati, infatti, non presentano controindicazioni.
È bene sottolineare che, se si presentano i sintomi sopracitati, prima di assumere qualsiasi tipo di farmaco, è opportuno consultare il proprio ginecologo.